
La trasformazione del lungomare di Monaco
Linee GuidaMonaco rappresenta un vero e proprio caso di studio in materia di urbanistica. Su appena 2,3 km², la Principato deve affrontare una geografia unica: il mar Mediterraneo da un lato, la montagna dall’altro. Questa condizione ha dato origine a un modello di sviluppo distintivo, basato sulla verticalità e sull’espansione controllata verso il mare.
Il lungomare, vetrina internazionale e simbolo dell’audacia monegasca, ne è la manifestazione più eloquente.
Le origini (fine XIX – inizio XX secolo)
Già alla fine dell’Ottocento, Monaco avvia la trasformazione del proprio litorale. I primi interventi riguardano i terreni di riporto per la ferrovia e l’ampliamento del porto Ercole, utilizzato fin dall’antichità.
All’inizio del XX secolo, la costruzione di dighe e il prolungamento dei moli modernizzano le infrastrutture portuali, segnando l’avvio di una politica di sviluppo marittimo destinata a durare nel tempo.
Queste iniziative iniziali rivelano un’ambizione che continuerà a plasmare l’identità costiera del Principato.
Il dopoguerra: l’era delle grandi estensioni
Gli anni Cinquanta e Sessanta segnano una svolta decisiva. Sotto l’impulso del Principe Ranieri III, Monaco entra in una fase di modernizzazione accelerata.
La ferrovia e la stazione: liberare la costa
La progressiva interratura della linea ferroviaria e della stazione, avviata nel 1958 e completata nel 1964, libera preziosi spazi in riva al mare. La vecchia stazione di Monte-Carlo viene demolita nel 1965.
Trent’anni più tardi, una nuova stazione completamente sotterranea viene inaugurata nel 1999 sopra il vallone di Santa Devota, esempio emblematico di ingegneria e integrazione urbana.
Fontvieille: la conquista del mare
Fontvieille è l’emblema di questa ambizione. Sebbene i primi lavori di ampliamento risalgano al regno di Alberto I, il progetto moderno prende forma a metà degli anni Sessanta sotto Ranieri III: 22 ettari strappati al mare, con abitazioni, impianti industriali, giardini, eliporto, tendone per spettacoli e il nuovo Stadio Luigi II inaugurato nel 1985.
Quest’operazione aumenta del 20% circa la superficie del Principato, trasformandone radicalmente il volto urbano.
Larvotto, il Portier e il Sporting: l’ascesa dell’est monegasco
Parallelamente, anche la zona orientale della città conosce una profonda metamorfosi. I terreni paludosi del quartiere di Larvotto vengono acquisiti nel dopoguerra da Gildo Pastor, figura centrale dell’immobiliare monegasco.
Nel 1966, il Principe Ranieri III autorizza la costruzione di edifici di grande altezza. Hotel, residenze, negozi e una spiaggia artificiale ridefiniscono il quartiere e ne consolidano la vocazione balneare.
Alla fine del secolo, sempre in questa zona, sorgono il Grimaldi Forum e i Giardini Giapponesi, segnando l’avvio di una nuova fase culturale e paesaggistica. Completamente rinnovato negli anni 2020, il progetto Larvotto 202 modernizza passeggiate, attività commerciali e strutture costiere, migliorando al contempo la protezione del litorale.
Verso il XXI secolo: densificazione, modernità e sostenibilità
Man mano che Monaco raggiunge i propri limiti fisici, le sue priorità evolvono. I nuovi progetti urbanistici includono ora criteri piu severi riguardo l’ efficienza energetica, gestione ambientale e tutela della biodiversità marina. Le restrizioni legate alla posidonia, alle emissioni marine e all’impronta di carbonio impongono un approccio più responsabile: materiali innovativi, spazi verdi, mobilità dolce e integrazione delle energie rinnovabili diventano elementi fondamentali della pianificazione urbana. Il lungomare diventa così un laboratorio di urbanistica sostenibile, dove densità e qualità ambientale si fondono armoniosamente.
Mareterra / Anse du Portier: l’ultima grande sfida costiera
Inaugurato il 4 dicembre 2024, Mareterra rappresenta il culmine di un secolo di estensioni marittime. Questo ecoquartiere di 6 ettari, pari a circa il 3% della superficie del Principato, coniuga innovazione, prestigio e sostenibilità.
Residenze di lusso, marina, passeggiate alberate e edifici ecosostenibili sorgono dai fondali marini, realizzata con un’attenzione ambientale senza precedenti. Mareterra testimonia la capacità di Monaco di continuare a evolversi conciliando progresso tecnico e tutela del mare.
Un territorio ai suoi limiti
Mareterra potrebbe essere l’ultima grande estensione sul mare del Principato. Le difficoltà tecniche, ambientali e normative rendono oggi complessi nuovi interventi di pari portata.
Le sfide sono numerose:
- Tecniche ed economiche: fondali più profondi, moto ondoso più intenso, esigenze di stabilità e sicurezza più elevate.
- Ambientali: protezione degli ecosistemi, della posidonia e dell’equilibrio idrodinamico.
- Sociali: conciliare prestigio, accessibilità e spazi pubblici.
- Geografiche: il Principato ha quasi raggiunto i propri confini fisici, e, come si dice, “il mare riprende sempre i suoi diritti”.
Eppure, Monaco non ha mai smesso di reinventarsi. Da una costa naturale, ha saputo creare un litorale urbano e funzionale, fatto di porti, spiagge, passeggiate e quartieri nati dal mare. Il futuro risiede probabilmente in una densificazione equilibrata, in un’architettura innovativa e nella tutela della qualità della vita, un equilibrio sottile che il Principato sembra pronto a mantenere.
I costruttori
Dietro questa trasformazione si celano figure decisive. Il Principe Ranieri III, detto il Principe costruttore, ha profondamente segnato il territorio con una politica visionaria di espansione marittima e modernizzazione urbana. Accanto a lui, la famiglia Pastor ha avuto un ruolo fondamentale: da Jean-Baptiste e Gildo Pastor, pionieri dell’edilizia e dell’immobiliare, fino a Patrice Pastor, protagonista del progetto Mareterra, questa dinastia ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo del Principato.
Conclusione
Dalla roccia al mare, dalla densità alla sostenibilità, la storia urbana di Monaco è una continua opera di adattamento. Ogni generazione ha spinto un po’ più in là i confini del possibile, unendo innovazione, prestigio e rispetto dell’ambiente naturale. Il lungomare incarna questa sintesi unica tra ingegneria e raffinatezza urbana, un equilibrio che continua a definire l’identità del Principato.